Lo sapevi che… esistono nove tipi di fame
Sai cosa ti spinge a mangiare?
Spesso il cibo viene utilizzato per coccolarsi, calmarsi, premiarsi, intrattenersi.
Il cibo, invece, dovrebbe soddisfare la fame fisiologica, quella che serve a sopravvivere fornendo l’energia e i nutrienti necessari al nostro organismo.
Secondo il mindful eating esistono nove tipi di fame e corrispondono a parti del corpo (occhi, naso, bocca, orecchie, mani, stomaco, cellule, mente e cuore)
La conoscenza aiuta a diventare più consapevoli del nostro comportamento alimentare e permette di imparare a soddisfare ciascun tipo di fame nel modo più appropriato.
Fame degli occhi
La vista dei colori di un cibo attrae e condiziona al punto da convincere la mente ad ignorare i segnali dello stomaco e del corpo. Ad esempio, alla vista di un dolce, anche dopo un pasto abbondante e saziante, gli occhi convincono lo stomaco a fare un piccolo sforzo per gustarlo.
Per soddisfare la fame degli occhi, esplora visivamente e a lungo un piatto, prima di iniziare a mangiarlo.
La fame del naso
L’olfatto ha un ruolo importante nella scelta di un cibo in quanto il profumo sollecita il desiderio. Ci sono profumi irresistibili, come quello del pane appena sfornato, profumi che attivano la cosiddetta acquolina in bocca. Quello che noi definiamo gusto o sapore di un cibo dipende quasi interamente dal suo odore. Basti pensare a quando abbiamo un forte raffreddore, non sentendone l’odore, il cibo ci sembra che non abbia sapore.
Per soddisfare la fame del naso, soffermati sull’aroma del cibo, prima di iniziare a mangiarlo.
Fame della bocca
E’ sin da piccoli, già con l’allattamento, che si prova piacere a portare il cibo alla bocca. Tale desiderio, con la crescita, è condizionato dalle abitudini familiari e culturali. Non sempre si è consapevoli mentre si porta il cibo alla bocca; ad esempio, se si guarda la TV mentre si mangia, ci si potrebbe sentire insoddisfatti ed avere bisogno del bis. Se si abitua la bocca ad essere sempre stimolata con continui spuntini, si assumerà più cibo del dovuto.
Sviluppare una maggiore consapevolezza del gusto dei cibi, attraverso un esplorazione gustativa di ciò che mangi, ha un fortissimo potere nel soddisfare, con piccole quantità di cibo, la fame della bocca.
Fame delle orecchie
Ci sono suoni che stimolano la fame, come lo scrocchiare delle patatine. Parte del piacere che si prova quando si mangia deriva dal suono del cibo. Questa preferenza è ben nota alle industrie tanto che molte pubblicità mettono in risalto proprio questa caratteristica di un determinato prodotto.
Ricorda che se non senti il suono di ciò che mangi tenderai a mangiare più cibo; attenzione, quindi, al livello del rumore intorno a te mentre mangi!
Per soddisfare la fame delle orecchie, fermati, chiudi gli occhi e ascolta con curiosità il suono del cibo mentre lo tocchi o lo mastichi.
Fame del tatto
Mangiare è più soddisfacente quando agli altri sensi si aggiunge anche il tatto. Rallentare il pasto utilizzando il tatto può aprire alla possibilità di trasformare l’esperienza alimentare in un momento soddisfacente ed appagante.
È bene lasciare che i bambini mangino con le mani, questo li aiuta ad imparare ad autoregolarsi.
Fame dello stomaco
Sono i recettori presenti sulla mucosa gastrica a segnalare all’ipotalamo il senso di fame o sazietà a seconda se lo stomaco è vuoto o pieno. Ciò favorisce una regolare introduzione del cibo che permette al corpo di sopravvivere.
Tali segnali spesso vengono ignorati se condizionati da fonti esterne come, ad esempio, la pubblicità o eventi culinari. Il senso di sazietà si avverte dopo mezz’ora dopo la fine del pasto.
Stabilire una regolarità del momento dei pasti significa abituare lo stomaco a ricevere il cibo solo in quegli orari e a brontolare se non lo riceve. Ciò permette di assumere la quota giusta di cibo giornaliera.
Fame cellulare
Corrisponde alla fame fisiologica. Il corpo riconosce di cosa ha bisogno: se c’è necessità di sodio cerca il salato, se c’è necessità di potassio cerca una banana, se di magnesio il cioccolato. Da bambini si è in grado di riconoscere in modo intuitivo la necessità di mangiare cose di cui il corpo ha bisogno. Col passare del tempo, però, a causa di condizionamenti esterni, si perde questa abilità. È, quindi, necessario riscoprirla per identificare di cosa hanno realmente bisogno le nostre cellule; e ciò non deve essere confuso con fame.
Attraverso la conoscenza è possibile divenire nuovamente consapevoli di ciò di cui il corpo ha bisogno per nutrirsi adeguatamente.
Fame della mente
Si basa su pensieri e preoccupazioni che derivano da convinzioni errate. Tutti noi sviluppiamo nel tempo delle etichette applicandole ai cibi (cibi sani, cibi spazzatura, cibi concessi e cibi proibiti e così via…). Quando la mente pensa a ciò che dovremmo o non dovremmo mangiare il piacere svanisce.
La meditazione può aiutare a calmare la mente e a diventare consapevole dei segnali che il corpo manda, aiutando a liberarsi dai condizionamenti.
Fame del cuore
Spesso si mangia per noia, per sollevare lo stato d’animo, per scacciare via emozioni spiacevoli, per rabbia, per alleviare il senso di solitudine. Si mangia per riempire un vuoto. Si mangia per fame d’amore. Ognuno preferisce un cibo diverso che ha il gusto dell’amore o che evoca un ricordo positivo e lo fa stare meglio.
Se hai la fame del cuore, il cibo non è la risposta. Anzi, ricorrere al cibo fa stare peggio, ti fa sentire in colpa, inadeguato. Cerca di cogliere realmente i tuoi bisogni.
È importante sin da bambini distinguere i vari tipi di fame e si raccomanda ai genitori di non usare il cibo come premio o punizione. Se la richiesta di cibo da parte di un bambino, o anche di un adolescente, è frequente provare a capirne le ragioni, aiutarlo a trovare delle alternative per soddisfare il bisogno del momento.
La fame cellulare e quella dello stomaco possono essere soddisfatte mangiando e bevendo, mentre per soddisfare gli altri sette tipi di fame il giusto nutrimento non è il cibo ma esistono altre alternative, tra cui le tecniche di meditazione.
Riferimenti
- Mindful eating di Jan Chozen Bays – Enrico Damiani Editore
- Nelson J. Mindful Eating: The Art of Presence While You Eat. Diabetes Spectrum. 2017;30(3):171-174.
- O’Reilly GA, Cook L, Spruijt‐Metz D, Black DS. Mindfulness‐based interventions for obesity‐related eating behaviours: a literature review. Obes Rev. 2014; 1;15(6):453-61
- Cornil Y. Mind Over Stomach: A Review of the Cognitive Drivers of Food Satiation. Journal of the Association for Consumer Research. 2017;2(4):419-429.