Dieta mediterranea
Quali studi hanno dimostrato che la “Dieta Mediterranea” è l’esempio da seguire?
Per capire quali fossero le componenti protettive dell’alimentazione mediterranea, è stato necessario confrontare le caratteristiche nutrizionali dell’alimentazione della popolazione dell’area mediterranea con quelle di altre popolazioni a diverso rischio per le malattie cronico-degenerative.
Negli anni ’60 fu condotta dal fisiologo americano Ancel Keys, una ricerca denominata Seven Country Study, in 7 paesi dell’area mediterranea (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Creta, Jugoslavia, Tunisia), presso le popolazioni la cui alimentazione era caratterizzata, per le condizioni geografiche e le disponibilità alimentari, da un basso consumo di grassi di origine animale. Lo studio evidenziò livelli medi di colesterolemia ed una bassa incidenza delle malattie cardiovascolari.
Questi valori risultavano significativamente inferiori a quelli esistenti nelle zone ad elevato rischio, quali Finlandia ed USA, dove ad una dieta ricca di grassi animali facevano riscontro elevati livelli di colesterolemia ed una elevata incidenza di malattie cardiovascolari.
Ulteriori conferme furono date dall’indagine svolta dall’EURATOM nel 1960. Furono confrontati dati raccolti con la stessa metodologia in Italia, in particolare in tre località (due al Sud, in Basilicata e Campania, e una al Nord, nel Friuli Venezia Giulia) e in altri paesi dell’Europa del Nord che presentavano un’elevata incidenza di malattie cronico-degenerative.
Ebbene, nell’Italia meridionale grazie alle condizioni metereologiche ideali per la produzione di grano duro, il principale componente del pasto era il pane e anche la pasta (di produzione industriale o fatta in casa) era sempre presente in quantità apprezzabile. Al secondo posto, frutta e verdura. Gli alimenti di origine animale includevano modeste quantità di latte, formaggio e carne, mentre il consumo di pesce (soprattutto alici e sardine) era facilitato dalla grande disponibilità di coste. Il consumo dei grassi era modesto ed erano in gran parte dovuti ai condimenti (per il 95 per cento olio d’oliva); il consumo di zucchero era anch’esso modesto.
Nell’Italia del Nord, rispetto al Sud, era notevole il consumo di alimenti di origine animale (circa 3 volte tanto), ad eccezione del pesce assunto in minore quantità. Invece era inferiore il consumo di alimenti di provenienza vegetale. Il pane consumato era circa la metà rispetto al Sud. Il consumo dei grassi era eccessivo in particolare burro e lardo (grassi saturi).
Infine, vi era un maggiore consumo di zucchero. Un’alimentazione, quindi più vicina ai Paesi nord-europei che al modello mediterraneo.
Tali studi hanno evidenziato presso le popolazioni mediterranee una minore diffusione delle malattie cronico-degenerative soprattutto cardiovascolari, invece maggiormente frequenti in altri paesi europei.
Quali regole alla base della dieta Mediterranea?
In sintesi, alla base della dieta mediterranea vi sono poche regole.
- Un consumo elevato di ortaggi, frutta, legumi e semi.
- La presenza di carboidrati: cereali integrali, come fonte principale e l’olio d’oliva come base lipidica.
- La fonte proteica è rappresentata principalmente da pesce fresco di mare, mentre le carni e i latticini sono consumati con grande moderazione.
- Le quantità di sale e di zucchero sono estremamente ridotte; le spezie e le erbe aromatiche sono ampiamente utilizzate per condire e insaporire.
Quali cause portarono all’abbandono della dieta Mediterranea in Italia?
Il drastico cambiamento che ha coinvolto la dieta mediterranea è stato accostato alla transizione nutrizionale, concetto utilizzato per esprimere il passaggio verso un’alimentazione sempre più ricca di carne e latticini, tipica dell’Occidente economicamente sviluppato. L’industrializzazione ha stravolto, quindi, il modello alimentare mediterraneo, a causa dell’offerta, che prevede cibi ad alta conservazione e altamente palatabili, ovvero caratterizzati da un gusto intenso e facilmente apprezzabile dalla più ampia fascia di mercato, sostanzialmente un’alimentazione da fast food.
La vera dieta mediterranea era basata sul consumo di vegetali freschi, prodotti localmente senza l’utilizzo di prodotti chimici e strumenti di conservazione. Sappiamo che le tecnologie di refrigerazione sono state un progresso fondamentale, ma inevitabilmente hanno stimolato il cambiamento delle nostre abitudini, in favore di prodotti industrializzati a lunga conservazione, spesso precotti o pronti per essere mangiati.
Pertanto, l’aumentata incidenza delle malattie cronico-degenerative nell’Italia meridionale si verificò con l’abbandono del modello alimentare mediterraneo.
Dalle indagini realizzate dall’Istituto Nazionale della Nutrizione nel periodo 1980-1984, si può notare un notevole incremento del consumo di alimenti di origine animale, si osserva quindi un’alimentazione impoverita di carboidrati ed arricchita di grassi animali, rispetto a quella tradizionale.
Ritorno del modello alimentare mediterraneo
Negli ultimi anni, però, i consumatori si stanno orientando verso alimenti più sani, prodotti in modo etico ed ecosostenibile.
Il 16 novembre 2010 la Dieta Mediterranea è stata proclamata Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco, vale a dire in un elenco di capolavori della cultura che non sono fatti solo di cose, ma soprattutto di idee, storie collettive, tradizioni, pratiche sociali, sistemi di valori condivisi, mentalità e soprattutto di memorie. Proprio per salvaguardare questo patrimonio di memorie il MedEatResearch – Centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea dell’Università di Napoli SOB nel 2010 ha iniziato una raccolta di testimonianze dei pionieri della dieta mediterranea, si tratta di donne ed uomini comuni che hanno contribuito a farla, a scoprirla, a tramandarla, a farla conoscere al mondo.
Ancora oggi, per migliorare l’alimentazione del bambino e dell’adulto, si adottano programmi educativi che coinvolgono comuni, regioni, scuole ma, oltre ad interventi educativi, bisogna cambiare l’offerta di alimenti disponibili in casa e nel frigorifero, quindi cominciando dalla spesa proponiamo gli alimenti della dieta mediterranea che sicuramente miglioreranno la salute di tutta la famiglia.